Cantoira: ciaspolare senza ciaspole - cosa fare e cosa non fare
- Pulleira
- 14 mar 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 15 mar 2021
Streeega tocca colooooor ROSSO!
Ed eccoci di nuovo qua, chiusi in casa.
Buona domenica.
Beato chi può uscire almeno per andare a lavorare, gli altri non possono che mettersi l'anima in pace.
Più che posti da vedere, dovrei mettervi qui una lista infinita di film e serie tv, ma non sprecherò le mie forze perché basta che apriate Netflix, Amazon Prime Video, Disney Plus, Sky o quello che vi pare, tanto vi conoscono meglio di me.
E a questo punto vi racconto una bella storiella che potrete conservare da qui all'inverno prossimo.
Eh sì, amici, bisogna essere lungimiranti.
Un mesetto fa, quando eravamo gialli ocra pulcino spettinato e c'era ancora un po' di neve bianca e soffice su in montagna, mi sono svegliata con la fantastica idea di andare a ciaspolare la domenica di San Valentino. Così, giusto per fare qualcosa di diverso: non si poteva fare granché, le piste da sci erano chiuse (come se mi piacesse sciare)..
E che fai? Non inizi a fare cose che fanno i cinquantenni?
Con trent'anni in più subito addosso, ho cominciato a cercare su guugol percorsi non troppo difficili, ma neanche troppo noiosi.
Direi che è stato subito amore a prima vista con Cantoira: il fantastico itinerario suggeriva il cammino di un'oretta e mezza, partendo da Vrù, attraversando Blinant, per arrivare a San Giacomo di Moia.
Il fatto che non avessi mai sentito nessuno di questi tre nomi non mi ha sorpreso affatto, ma mi sono subito immaginata persa in mezzo ai boschi, con il telefono senza campo, a gelare al freddo.
Ho cominciato le mie ricerche super approfondite.
Le foto su Instagram sembravano super carine, ma di certo non bastavano a capire la strada da fare e l'unica mappa che segnava le curve da prendere non poteva essere sufficiente per una con un senso dell'orientamento pari a un criceto come me.
Ragazzi, spoilerone, meno male che non ero da sola. Questa volta devo dirlo, fortuna che c'era Jackson.
Passo e chiudo.
Ho guardato tutte le pagine Facebook di appassionati di trekking nelle Valli di Lanzo, ho scritto in direct a qualche account, ma tutto mi rimandava a quella unica mappa presente in tutto l'Internet.
Finalmente trovo un vlog su Youtube di una coppia super easy (decisamente più esperta) che aveva fatto proprio quel percorso.
"Ok, dai, si può fare."
Certo, come no.
Piccolo dettaglio: né io, né Jackson abbiamo mai avuto delle ciaspole; ma alla fine neanche questo ci ha fermati, perché Decathlon le affitta a 5€ al giorno. "E allora andiamo a prenderle."
Credete che qualcosa potesse andare liscio? Ingenui..
Primo Decathlon: weekend, Covid, centro commerciale. Chiuso.
Secondo Decathlon dall'altra parte della città: weekend, Covid, centro commerciale. Chiuso.
Terzo Decathlon: aperto! Sospiro di sollievo, a parte la coda infinita fuori.
Ma a sto giro mi sono fatta furba e ho chiamato, invece di entrare subito: la ragazza, carinissima e gentilissima, mi ha informata che tutto il Piemonte aveva deciso di andare a ciaspolare proprio in quegli stessi giorni. E grazie.
Andiamo a ciaspolare, senza aver mai ciaspolato e senza ciaspole.
"Ok, dai, si può fare, non importa"
Certo, come no.
La parte più importante della ricerca: il ristorante per il pranzo.
Ne ho guardati un sacco in tutta la zona, ma l'Osteria degli Amici mi ha convinta subito: piccolino, carino, montagnino e con un menu onestissimo, nella via principale di Cantoira.
Di nuovo, mi sono fatta furba e ho prenotato: unico posto disponibile, dopo le 2; perfetto con i tempi di Jackson al mattino, un'oretta di strada da Torino e le tre ore previste a "ciaspolare".
Così finalmente è sorto il sole ed è arrivata sta benedetta domenica di San Valentino.
Com'era prevedibile, tra che siamo passati a fare colazione, tra che per fortuna abbiamo pensato di prendere qualcosa per fare aperitivo a metà percorso, abbiamo fatto tardissimo.
Io, Pulleira, capricorno ascendente scorpione, ho cominciato a sudare e ho passato tutta la mattina a fare il conto alla rovescia per arrivare in tempo alla mia Osteria degli Amici.
Da Torino a Cantoira, la playlist di Spotify "In viaggio" ha fatto il suo dovere e ci ha gasati a bomba, tanto che abbiamo continuato a salire, seguendo il navigatore, senza neanche guardare dove fossimo, finché a un certo punto, proprio a caso, ci siamo trovati di fianco la gente a piedi che già saliva, ciaspolando.
Esatto, i due furboni si sono fatti i primi 2 km di percorso in macchina. Ci siamo risparmiati una gran fatica iniziale, penserete voi.
Certo, come no.
Ci siamo impantanati con la macchina in curva.
In salita.
Non potevamo nè scendere, nè salire.
Dietro il 4x4 che pressava e davanti il bosco di Narnia.
I sudori e il panico.
Primo Vruum Vruum Scooteroni a vuoto.
Secondo Vruum Vruum Scooteroni ancora più a vuoto.
Ancora più sudori e ancora più panico.
Probabilmente quello dietro ci ha lanciato talmente tante maledizioni che alla fine, per miracolo, il terzo Vruum super coraggioso ha funzionato.
Vi evito il parcheggio che ci siamo inventati, perché non era un parcheggio: abbiamo lasciato la macchina davanti a una casetta che sembrava quella di Hansel e Gretel.
Però a questo punto non posso parlare solo male di questa giornata: siamo finiti in un paesino minuscolo di due strade in croce che sembrava davvero disegnato dai Fratelli Grimm, con le casette di legno e le scalette di pietra. Non credo ci vivesse qualcuno, c'erano solo coniglietti.
Non è uno scherzo, dico sul serio.
Dopo sei ore di disagio a decidere se andare a destra o a sinistra, siamo riusciti ad iniziare sta ciaspolata e a goderci il Bosco di Narnia.

Al primo bivio siamo andati a destra e da lì ci siamo lasciati ispirare e abbiamo continuato a scegliere sempre la destra.
Volete sapere com'è andata a finire?
Abbiamo sbagliato strada.
Bisognava andare sempre a sinistra.
Ma sapete qual è la parte più bella?
Non ce n'eravamo minimamente accorti.
Ma non ci prendete per scemi: non siamo stati gli unici.
Ci siamo ritrovati in una stradina che finiva direttamente in un ruscello, insieme ad altri 3 gruppi.
Abbiamo colto l'occasione e abbiamo unito le forze. Per fortuna, gli altri erano più esperti e siamo tornati indietro tutti insieme.
Taglierò corto, raccontandovi che non abbiamo finito il percorso. Saremmo dovuti arrivare fino alla chiesetta di San Giacomo, ma l'abbiamo vista solo da lontano. Da molto lontano. Per dei principianti effettivamente è dura arrivare in cima senza rischio infarto. Abbiamo trovato le uniche due rocce senza neve e ci siamo seduti a bere due spritz.
Non è stata in nessun modo una sconfitta: la vista era spettacolare e il silenzio super rilassante come non l'avevamo mai sentito in vent'anni.
Probabilmente, se non avessimo avuto la prenotazione dagli Amici, non ci saremmo mai alzati.

Il ritorno, seguendo la strada giusta, è stato molto più veloce, ma con tutto il tempo che ci abbiamo messo, tutta la neve che c'era all'inizio, nel frattempo, si era già sciolta.
L'importante, comunque, è che siamo riusciti ad arrivare in tempo per mangiare il Messer agnolotto.
Super shout out all'Osteria degli Amici. Circa 20€ a testa per un antipasto misto per cui le nonne piemunteis si inchinerebbero, un primo, un secondo con contorno di polenta che strabordava (in maniera esagerata) e una chiusura con uno zabaione di quelli che, se ti tirassero una botta in testa, non te ne accorgeresti.

Nonostante tutte le cattive stelle che abbiamo incontrato, lo rifaremmo di nuovo.
Gira e rigira ci siamo portati a casa una bella giornata e delle viste che ci hanno ispirato ad aprire questo blog.
Con questo, vi auguro un buon lockdown.
Non deprimiamoci e aspettiamo l’estate!
xoxoxo
Pulleira
Commentaires